di Lorenzo Parolin[L8/486]
A causa del Peccato Originale nasciamo ciechi spiritualmente . L’uomo è cioè dotato di organi di senso esteriori che gli forniscono una mappa della realtà materiale, ma è privo di organi di senso interiori con i quali comprendere e rapportarsi con lo spirito del bene (Dio), con lo spirito del male (il Demonio) e con il proprio spirito (l’anima). Ma come si fa a dire che esiste lo spirito se non si possono portare delle prove? Beh, conosco delle persone che hanno sviluppato dei sensi interiori con i quali “vedono” con nitidezza realtà ad altri ignote. Quando parlo di sensi interiori la gente mi guarda strano e pensa: “Ma questo non è mica tutto a posto!” Invece, se uno impara a guardare con il cuore, ciò che è bianco diventa nero e ciò che è nero diventa bianco, inoltre si accorge quanto cieco era e quanto ciechi sono quelli che ritengono di essere vedenti. La differenza la fa l’apertura del terzo occhio. Io stesso ho avuto la fortuna di guardare dentro il mondo dello spirito, ed ora mi sento di dire che l’invisibile è parte del reale e che ne è la parte preponderante . Trascurarlo sarebbe un errore madornale. Poiché, ai fini dell’invisibile, siamo tutti pressoché ciechi, è logico concludere che non c’è niente oltre i sensi materiali, e farsi una mappa sbagliata del territorio in cui viviamo. Non potendo vedere lo spirito ci viene naturale concentrarci su noi stessi, sulla nostra razionalità e sulle mondanità; così ci avvitiamo su noi stessi e diventiamo delle grandi trottole: dei grossi egoisti. La gente bada a vivere e basta, non si cura di realtà più elevate , anzi, ride di esse. Ma è proprio ciò che essa ignora: l’invisibile, che le consentirebbe di fare le scelte giuste, anziché quelle fallimentari, molto più gettonate. Chi guarda le cose in funzione di sé, cioè egoisticamente (mettendo sé stesso al centro), è come se inforcasse un paio di occhiali oscuranti e distorcenti che gli limitano e gli falsano la realtà. Le scelte errate sono inevitabili. Con le tenebre indotte dalle lenti dell’egoismo, il progetto di Dio e quello di Satana vengono oscurati, così la volontà dell’uomo, essendo estremamente influenzabile dal male che agisce su di lui con il favore delle tenebre, finisce per diventare la volontà del Maligno. L’uomo che snobba le realtà spirituali, magari senza rendersene conto, è un collaboratore del male: porta acqua al suo mulino. Inoltre, l’egoista trova ovvio cibarsi di ciò che gli passa vicino, cioè comportarsi da carnivoro. Risultato? Più l’uomo si abbuffa di sangue umano, più il verme solitario annidatosi dentro di lui prospera a sue spese, cioè lo fa deperire. Hai capito ora perché le mondanità diventano importanti nel nostro mondo? Perché siamo ciechi, altrimenti esse scomparirebbero rispetto alla statura delle cose invisibili. Purtroppo, quei pochi che ci vedono un po’ sono ancora gravemente miopi. E gli altri sono ciechi. Ed essendo essi la stragrande maggioranza, credono che la cecità sia la normalità, e si gasano : presumono che i sensi materiali siano la vera vista. Il mondo è pieno di presuntuosi che agendo secondo la natura che conoscono generano il disordine e si fanno male con le loro mani. Se avessimo la possibilità di toglierci quegli occhiali troveremmo naturale amare l’altro e riconoscerlo come fratello, invece vediamo in lui un competitore, uno da usare: da sfruttare. Faremmo il salto dall’egoismo demoniaco alla socialità divina, con evidente vantaggio generale. 10 e 9 non darebbero più 1, ma 19, perché la competizione (contrapposizione) lascerebbe spazio alla collaborazione. Come si fa ad accorgersi della propria cecità? È facile: ciascuno di noi ha dentro di sé il testimone della Verità: la coscienza, che ci avverte quando stiamo facendo il bene o il male, dandoci soddisfazione o insoddisfazione. Una gioia non robusta dovrebbe farci insospettire. Ma io non vedo e non sento niente di ciò che dici tu. Bella forza, con quelle tende oscuranti che hai innalzato! Abbassa le difese! Non siamo solo ciechi, ma anche accecati dalla presunzione di essere vedenti, perciò non chiediamo aiuto all’Oculista, ed egli, senza la nostra collaborazione, non può guarirci. Egli, come ha fatto con il cieco dalla nascita, sputa per terra e spalma del fango sugli occhi di tutti guarendoci dalla cecità spirituale, ma per recuperare la vista bisogna che il cieco si fidi di Cristo e vada a lavarsi nella piscina di Siloe (Gv. 9,1-7). Senza un atto di fede in Cristo, la vista che conta non si apre: rimaniamo dei ciechi con gli occhi pieni di fango. Bisogna credere nella potenza divina. Credere in noi stessi è una tentazione demoniaca. Restiamo ciechi perché siamo presuntuosi. Se ci scoprissimo ciechi e ci lasciassimo guarire, le cose cambierebbero. Vedremmo le cose in modo nuovo: esperimenteremmo che Dio agisce di continuo nella storia e che anche il Male è in continua azione. Chi si lascia andare, e crede, vede! Abbassata la presunzione, si sviluppano i sensi interiori, si schiudono gli occhi dello spirito e si incomincia a vedere . Aperti gli occhi capisci la tua piccolezza, la grandezza del Male, la sua capacità di plagiarti e la necessità di chiedere aiuto ad una guida autorevole : l’Alleato Forte. Da soli siamo troppo deboli, e troppo forte è il tentatore. Senza un aiuto proveniente dalla dimensione invisibile siamo facili prede del Maligno, pure invisibile. Amico! mi dirai, guarda che con la filosofia e con la spiritualità non si mangia mica, sai! È vero, ma senza di esse la vita diventa arida e senza colore. Conviene ridurre le proprie esigenze materiali al minimo e usare il tempo e le energie recuperate a liberarci dal verme solitario dell’egoismo, che ci consuma. Ciò equivale a diventare erbivori. Allora sarà la tenia del male, che disdegna ciò che non ha sangue, a deperire. La causa prima della crisi, dunque, è dentro ciascuno di noi e si chiama egoismo, un male accettato invece come principio fondante della nostra Società. Tutti danno per scontato che sia lodevole fare i propri interessi privati prima di quelli della comunità. Così, però, mentre il carnivoro debole fa un bocconcino, il carnivoro forte fa dei grossi bocconi e il Sistema diventa quel carnaio che conosciamo, con somma gioia del verme . Se invece tutti si cibassero di erba, tutti starebbero bene. Una volta avviato, il processo egoistico rafforza i forti ed indebolisce i deboli fino al crollo del Sistema. Bisogna riconoscere che la situazione attuale è figlia di un errore di fondo esaltato come virtù. Il Sistema fondato sulla libera concorrenza e sul libero mercato, che sembra tanto virtuoso, è malato alla radice. Esso va ripensato e rifondato sui principi della collaborazione frenando ed ostacolando quelli della competizione. La ricostruzione sarà un’avventura esaltante.
Ci si accorge di essere nella direzione giusta perché la felicità diventa corposa e robusta.
Chi creda che la faccenda “spirito” sia una favola per bambini, si goda i frutti della sua e dell’altrui cecità.
[rif. www.lorenzoparolin.it L8/486]