di Lorenzo Parolin[L8/901]
Il catalizzatore è una sostanza che introdotta in un processo chimico lento aumenta la velocità della reazione. Anche la sofferenza è un potente catalizzatore: velocizza la trasformazione dell’uomo vecchio in uomo nuovo. Essa non è dunque un evento casuale, un contrattempo, una svista della natura, bensì un ingrediente fondamentale della vita, e chi è saggio la accetta, anzi, i santi e i mistici la ricercano prendendo sulle loro spalle il dolore destinato ad atri (Massimiliano Kolbe …) e pure se lo autoinfliggono con digiuni, fustigazioni e cinture nodose. Come agisca questo catalizzatore non ci è dato di capire, perché la croce è una realtà misteriosa, cioè impenetrabile; tuttavia, chi accetti il dolore fisico, la fatica e i sacrifici, può verificare su di sé effetti benefici. Di fatto, serenità, allegrezza, letizia e gioia aumentano. Anche la preghiera, gli atti di carità e il perdono sono catalizzatori . Chi ne capisce l’utilità ne fa largo uso.
Il Male ha disposto che quanto ci fa bene provochi in noi una reazione di rifiuto; la saggezza divina, invece, ha fatto in modo che quanto ci viene somministrato a dispetto, per ferirci, alla fine ci faccia bene.
[rif. www.lorenzoparolin.it L8/901]