CONTROPROGETTO

di Lorenzo Parolin[L8/867]

Controprogetto

Poniamo che ci sia un Progetto nell’aria e un campo di forze invisibili (delle leggi divine) che ne facilitino la realizzazione. Poniamo inoltre che il direttore dei lavori (il regista) sia ostile a tale progetto e che tenda a realizzare un suo controprogetto occulto influendo dall’ombra sul cast degli attori convincendoli che il ballo in maschera loro proposto/consigliato/offerto sia quanto di meglio possa esistere. I primi attori, affascinati da Satana ( il contro-progettista ), trovano divertente recitare una parte nascondendo la loro vera faccia, e a loro volta si adoperano attivamente a scritturare le comparse facendo credere loro che quanto si sentono proporre sia un bene.
I collaboratori primari di Satana sono dunque degli ipocriti : dal lat. tardo hypocrĭta, gr. ypokritès «attore», quindi simulatori che nascondono qualcosa sotto una maschera. E piacevolmente plagiati/ingannati dal Maligno diventano a loro volta degli ingannatori.
Adoperando un’immagine mondana, si potrebbe dire che gli ipocriti siano delle ignobili puttane che si vantano della superiorità della loro professione vergognosa e che, per meglio adescare i loro clienti, si atteggiano a vergini integerrime tanto che il popolo incita i suoi figli a frequentarle. E se chiamate a dare prova della loro verginità esse non esitano a farsi ricostruire chirurgicamente l’imene con un filetto di carne, magari recante il timbro del veterinario che ne attesti lo stato di salute: simulano virtù con lo scopo di ingannare!
Il Male, inoltre, non si limita a provocare il male, ma a tutti i livelli lo confeziona in modo che all’attivista appaia un affare vantaggioso, cosicché costui collabori attivamente a danneggiare/ledere sé stesso (oltre che gli altri) e, all’apparire del vero, non possa che recitare il mea culpa, ossia prendersela con sé stesso, visto che la fregatura se l’è cercata.
Il male ha di fatto un doppio effetto : colpisce subito la persona a cui è destinato, ma si ritorce più tardi anche contro il suo autore, presentandogli un conto da pagare con interessi salatissimi. È vero che questo secondo effetto avviene con grande ritardo rispetto all’azione, per cui si ha l’impressione che il malvagio la faccia franca, ma così non è: chi si sieda sulla riva del fiume, ed abbia pazienza, vedrà passare il cadavere del suo nemico (proverbio cinese). E se non lo vedrà lui lo vedranno i posteri.
Vuoi sapere qual è la massima gloria del Maligno?
Egli la raggiunge quando riesce ad aggiungere beffa al danno, ossia quando il malfattore va fiero delle malvagità che lo deteriorano, e quando le vittime, non percependo l’inganno, sorridono soddisfatte.
Il redattore del progetto originale è Dio, e l’opera riguarda la realizzazione di un grande Regno che ha unità locali sulla terra ma la casa madre nei cieli. Si tratta di una struttura piramidale ben ordinata/incardinata sulla legge della carità cristiana (l’amore a Dio e al prossimo) e avente come Re (sovrano) Gesù Cristo glorioso: il Risorto! I sudditi sono gli uomini del passato (già trapassati al piano superiore), del presente e del futuro, che vi collaborano volontariamente come servitori. Le direttive e il grosso del lavoro organizzativo sono in capo al Supremo.
In parallelo, il controprogetto si presenta al mondo come una variante migliorativa del Progetto, avente come obiettivo la costruzione di un grande ordine mondiale da realizzare già nella Storia (in questo mondo) e avente come protagonisti gli uomini, incasellati per il loro massimo bene in una grande organizzazione gerarchica di tipo piramidale . “Vi faccio vedere io – sibila il contro-progettista – come è possibile anticipare nella vita presente la realizzazione dei piani di Dio e fare anche meglio di Lui!”
Formalmente è l’uomo l’autore di questa costruzione ambiziosa; per tale motivo l’opera viene denominata regno dell’uomo , ma la pensata è del Diavolo (il principe di questo mondo); egli, armeggiando dal buio senza mai comparire sulla scena, riesce a fare in modo che la volontà degli uomini, da lui eccitati e infatuati, coincida con la sua, cosicché siano convinti di fare i loro interessi quando invece sono vittime di un gigantesco inganno: l’acqua che credono di portare a casa per sé stessi finisce nel mulino del Demonio.
L’opera imponente viene presentata al mondo come una serie di commedie brillanti, ma il loro finale volge sempre in tragedia. Il progetto di Satana, infatti, è distruggere l’umanità tenendola occupata in giochi al massacro, resi però attraenti dagli scenari affascinanti in cui hanno luogo le partite e resi possibili dalla sciocca collaborazione dei massacrati.
Ma entriamo nel vivo della questione: che cosa differenzia il progetto dal controprogetto?
Ad un primo sguardo si direbbe nulla. Tranne qualche dettaglio, sembra di essere di fronte a due gocce d’acqua. Il demonio è troppo intelligente per combattere apertamente il regno di Dio: sa di non potercela fare; allora gioca d’astuzia creando un regno dell’uomo così simile a quello di Dio da confondere persino i migliori Cristiani. La differenza è sottile, ma portatrice di guai.
Vediamo in dettaglio gli stratagemmi usati a tale scopo dal Maligno.
“Non avrai altro Dio all’infuori di me”, dice il primo comandamento del Decalogo; ma se qualcuno convincesse gli uomini di avere qualità tali da poter vivere senza bisogno di alcun Dio, essi potrebbero organizzarsi in autonomia e camminare da adulti senza essere tenuti per mano. Perché dovrebbero chiedere aiuto ad un Dio lontano (invisibile) quando non ce ne fosse bisogno? Perché rinunciare a mettere ordine di testa propria nel mondo quando l’intelligenza umana fosse in grado di gestire complessità anche di grado elevato?
Nella testa dell’uomo si fa strada l’idea di essere egli stesso un grande, un potente, un dio in miniatura. Allora distoglie progressivamente la sua attenzione dal Creatore e la focalizza su sé stesso. Il centro naturale attorno cui ruota la realtà non è più Dio, ma si sposta sull’uomo; la fede in Dio si trasforma in fiducia negli uomini (singoli o associati); si crede nell’uomo (nell’umanità) e non più in Dio; si adora la dea ragione; si insuperbisce e si disubbidisce alle norme/istruzioni emanate con chiarezza dalla Natura.
Purtroppo, quel qualcuno capace di persuadere l’uomo di essere autosufficiente esiste, ed è il Maligno, favorito anche dal fatto che la parte alta della piramide virtuosa penetra nella dimensione dell’invisibile e si sottrae alla vista, perciò gli attivisti del bene possono diventare critici rispetto alla trascendenza e la possono ritenere poco credibile o inutilmente macchinosa. Vista la nebulosità del regno di Dio, i più impazienti trascurano la spiritualità, diventano materialisti e si arruolano nel regno dell’uomo.
Con queste premesse, un grande regno è alla portata dell’uomo evoluto , può cioè essere realizzato sulla terra senza bisogno di salvatori-redentori-liberatori dall’alto.
Come risulterà ovvio, se “il Regno” è possibile già nel di qua, quello che si estende nell’aldilà perde di attrattiva.
Qui, l’uomo modernizzato ripete l’errore di Satana di volersi emancipare da Dio (di mettersi in proprio e di fargli concorrenza ) pur non avendo le capacità per farlo in autonomia. Dimentica o non accetta di essere creatura e si atteggia a creatore, programmatore, direttore, legislatore, anzi nega di essere reduce dalla caduta originale dalla quale è uscito malconcio e incapace di reggersi in piedi da solo. Nega inoltre di avere ereditato l’inclinazione a fare il male.
Egli, purtroppo, dimentica che tutto ciò che è naturale non è necessariamente giusto e sano, perché, come figlio della natura ferita dal peccato, nel Trauma Originale ha riportato una grave forma di amnesia e di cecità. Il primo uomo si è lasciato circuire dal Maligno ed è caduto nella sua rete, convinto di essere diventato pienamente uomo. Ora, i discendenti di Adamo sono dei giganti ciechi e smemorati che avanzano a tentoni, spavaldi e spericolati, confidando solo nelle loro forze.
Con dei ciechi al timone, le conseguenze per la nave e per i naviganti non possono che essere disastrose. Ben che vada, l’umanità finisce nel pantano o in qualche gorgo letale, ovviamente con l’intento di approdare al bene generale.
Mano a mano che l’uomo distoglie il suo sguardo da Dio e lo fissa su sé stesso passa dal chiaro della luce del sole al semibuio della candela della sua ragione. Al buio, il campo visivo si restringe e l’occhio non discerne più il bene dal male.
Girate le spalle al Condottiero Supremo, o meglio, decapitata la parte della piramide che penetra nel mondo dello spirito, e da cui provengono le direttive per mantenere l’Ordine Generale, occorre che qualcuno invii gli ordini di servizio verso le masse. Ci pensano gli alti ufficiali del nuovo regno a gestire i meno dotati. Essi sentono di appartenere ad una razza superiore (depositaria della Verità), razza chiamata a guidare le masse bovine verso il loro bene. E sapendo che il popolo ha una testa tale per cui il più delle volte è più facile “mettergli le idee in culo che in testa”, a fin di bene gli illuminati si sentono in dovere di usare anche l’inganno e la costrizione per ottenere il bene generale. Qui passa l’idea che per migliorare le cose sia consentito/lecito/meritorio usare la forza fisica e psicologica.
Messi nei posti chiave squadre di uomini che si ritengono eletti dalla natura a dare ordini di testa propria, l’eccelsa piramide , tanto cara agli illuministi, ai modernisti, ai massoni, alle élite finanziarie e al giudaismo in attesa di un messia politico, cresce celermente; e guai a chi non vi collaborasse: verrebbe considerato un sabotatore, un disertore, un nemico dell’umanità, e perciò meritevole di essere punito, e financo soppresso. Il bene generale impone che il furore rivoluzionario sia considerato sacro.
Ne discende che la civiltà moderna liberaldemocratica favorisce il trionfo della volontà dei più forti, autorizzati a sfruttare i deboli, anche con l’inganno, e a costringerli a dare il proprio consenso ad una unica cultura mondiale e ad un’unica religione globale sotto un unico leader.
Quello delle caste (delle classi sociali stratificate) è dunque un progetto del Demonio per tenere gli uomini divisi e occupati in lotte intestine e quindi distratti dalle realtà soprannaturali. Ma c’è di più: il Maligno recluta gli uomini e li lancia come bolidi telecomandati contro altri uomini affinché si distraggano e si distruggano a vicenda, come in una gigantesca giostra degli autoscontri .
Ciò avviene perché l’uomo, sollecitato dal Maligno, cade nell’allucinante convinzione che il male possa essere sradicato combattendolo frontalmente, perciò, chi non partecipasse ad una crociata contro il male apparirebbe un vigliacco. Lasciandosi però coinvolgere in azioni violente, fossero pure di difesa, gli attivisti del bene diventano combattenti del tutto simili ai loro nemici, cioè disposti ad arrecare male ai loro persecutori: di fatto si arruolano nelle truppe del male. Entrando in contatto con il male si viene contaminati e risucchiati nel suo vortice.
Come si sarà ben capito, mano a mano che l’uomo si emancipa da Dio e mette le mani di testa sua sulla realtà, aderisce ai programmi del Maligno e complica l’esistenza a sé e all’umanità. In particolare, non credendo più in Dio, guarda le religioni tradizionali con sufficienza e le considera debolezze per minorati, trastulli e sfoghi da concedere ai mediocri, credenze da sminuire, diluire e smontare progressivamente, per lasciare spazio ad una nuova religione laica e ad una nuova società mondiale (globale) in cui i nuovi ideali da perseguire siano il mercato, il progresso, la razionalità, la laicità, il piacere, la giustizia, la fraternità, la pace, l’amore per gli ultimi della terra e il benessere per tutti.
Si può forse essere contrari a tanta magnanimità?
No di certo; l’amore è la chiave che apre tutte le porte e conquista tutti. Tuttavia, benché il principio fondante del regno dell’uomo rimanga l’amore, c’è bisogno di distinguere:
- nel regno di Dio, l’amore è disinteressato (senza secondi scopi) ed è finalizzato a glorificare e a ringraziare Dio, colui che fa piovere abbondanti grazie sulle creature, le quali ne beneficiano uscendo allo scoperto;
- nel regno dell’uomo, invece, l’amore, pur essendo rivolto ancora verso il prossimo, ha come fine primario la glorificazione dell’uomo stesso. È dunque un amore interessato , dove prevale il fatto che a fare il bene sia l’Io, dove viene esaltato il protagonista, il quale fa il bene per cadere sotto i riflettori e venire in luce. Si tratta di un amore ragionato e ambizioso, non fatto con il cuore (con umiltà). Si tratta cioè di un amore mascherato, ossia ipocrita; ed è una maschera da Dio quella con cui tenta di coprirsi il Maligno per farsi adorare, ma si tradisce lasciando spuntare qualcosa da sopra e da sotto.
Inutile dire che la legge imperante nei rapporti umani non è più la carità , ma la cura dei propri interessi, il culto della persona, l’amor proprio (l’amore a sé stesso).
Come si è già detto, il regno di Dio e il regno dell’uomo formalmente hanno differenze impercettibili e trascurabili, mentre, nella sostanza, i due regni portano a posizioni nettamente contrapposte: l’uno tende al bene e l’altro al male, derivando il primo dall’esposizione volontaria alla luce divina e il secondo dalla predilezione, voluta liberamente e/o indotta dal Maligno, per la penombra e per l’oscurità.
Concluderei sintetizzando il tutto con una immagine tessile: i collaboratori primari del regno degli uomini ( i gestori ), costituiscono l’orditura del Sistema, ossia i fili longitudinali di una grande tela.
I collaboratori secondari ( i gestiti ), invece, ne costituiscono la trama, ossia i fili trasversali, fittamente intrecciati ai primi. Il ragno tessitore è il Diavolo.
La tela , tuttavia, pur essendo una realtà unica, ha un lato dritto e uno rovescio. Tutti ritengono che il dritto (il regno dell’uomo) sia la parte migliore del manufatto, invece, chi sappia guardare con l’occhio della fede scoprirà che il lato bello sta nel rovescio, perché molti fili vengono infilati ad arte anche dai seguaci del Regno di Dio. Così il misterioso progetto divino cresce nonostante gli intralci del Maligno e malgrado la cattiveria umana.


La modernità laica e progressista non sopporta l’arroganza intellettuale dei credenti che pretendono, a loro dire, di essere i depositari di una verità di origine soprannaturale, superiore a quella resa disponibile dall’evidenza. In realtà, l’uomo di fede non ha una vista superiore a quella degli altri, solo che, mettendosi sotto la luce divina , ci vede un po’, mentre, chi preferisce lavorare al flebile lume della ragione umana brancola superbamente nel buio.     Gli uomini sono come dei palloncini: si prestano ad essere gonfiati. Ma attenzione: se si lasciano gonfiare di elio, salgono; se prediligono la CO2, scendono.

 

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