DISGRAZIE

di Lorenzo Parolin[L8/78]

Può capitare che in un paese di seimila abitanti, una volta ogni cinque anni succeda una disgrazia degna di essere riportata nella prima pagina dei giornali locali?
Certo che sì, forse anche con una frequenza maggiore.
Se così è, in una nazione come l’Italia, che conta una popolazione di 60 milioni di abitanti, si possono individuare (60.000.000 : 6.000 = 10.000) diecimila paesi di seimila anime, quindi avremo 10 mila notizie piccanti ogni 5 anni, cioè duemila notizie all’anno, perciò (2.000 : 365 = 5,5) 5-6 notizie da telegiornale al giorno  senza contare quelle che provengono dall’estero.
Che c’è di strano allora che ogni giorno la tivù e i giornali ci investano con raffiche di disgrazie che fanno pensare ad un mondo impazzito?
Niente! Anzi, rientra nella normalità. Ciò che invece è anomalo è il gusto che provano gli Italiani ad ascoltare le disgrazie altrui, e che i pubblicitari, razza di sfruttatori a bassa moralità , vadano a scovarle con cura e senza sosta e le servano ben pepate a tutte le ore per tenere alto l’indice di ascolto.
Si può ben dire che molto giornalismo faccia i soldi raccontando con morbosità e insistenza le disgrazie altrui, né più né meno come i corrotti di Roma capitale li fanno sulla pelle degli immigrati o come gli imprenditori de L’Aquila li hanno fatti cinicamente ringraziando il terremoto.
Ma se tu non accendessi il televisore, le trasmissioni resterebbero inascoltate, e i loro produttori, non riuscendo più a raccogliere pubblicità, dovrebbero cambiare mestiere. Invece, se non hai la forza di spegnere la tivù , goditi questo spettacolo; ma non fare l’indignato: sei colpevolmente complice !

[rif. www.lorenzoparolin.it L8/78]