NOSTALGIA

di Lorenzo Parolin[L1/78]

Nostalgia

 

L’uomo concepisce l’esistenza in senso egoistico, cioè si impegna solo in ciò che gli può rendere qualcosa.
L’istinto del volere sempre e tutto per sé è comprensibile ed anche molto comune, ma poiché il mondo è piccolo, quando uno si allarga, inevitabilmente restringe gli altri, e il lavoro di modifica dei confini implica l’intervento di una forza che, in seguito, dovrà anche difendere le nuove acquisizioni dalle naturali rivalse dei vicini violati; l’egoismo perciò postula e introduce la violenza come regola nei rapporti tra i propri simili.
L’egoismo, come principale movente di ogni azione, è approvato dall’uomo, anzi è esaltato; ma lungi dal costruire, in realtà esso divide e frammenta la società in partiti, in classi e in unità contrapposte, ciascuna delle quali lotta contro le altre per realizzare la propria volontà di predominio.
Quando le volontà siano molte, non se ne potranno assecondare che alcune, eludendo o soffocando tutte le altre. La politica perciò è una lotta che si fa a gomitate, a sgambetti o mostrando i muscoli, al fine di disporre le cose in modo che risultino più vantaggiose per alcuni e più scomode per altri.
Finché può, la politica non fa scorrere sangue, ma quando i modi soft non bastino più essa ricorre senza indugi al fucile.
La guerra non è che la continuazione della politica o meglio è una politica con spargimento di sangue.
È un controsenso gridare contro la guerra se si approva la politica fondata su basi egoistiche ed è da ipocriti scandalizzarsi delle sue atrocità quando fino al giorno prima si sia praticata la masturbazione controllata dei popoli; superati certi limiti di eccitazione la “polluzione” è inevitabile.
Con le democrazie, le molteplici volontà sono state incanalate e ridotte di numero: quella della maggioranza e quella della minoranza, ma due restano ancora troppe se nessuno deve patire delusioni e danni.
Per la via delle democrazie moderne, la pace non si avrà mai, perché esse chiamano giustizia i privilegi delle maggioranze, l’oppressione delle minoranze e lo sfruttamento dei popoli deboli.
Come un fuoco non si può dire spento finché ci siano braci sotto le ceneri così non si può parlare di pace fino a che, oltre alle guerre, non siano state bandite ed eliminate anche le lotte, i piccoli soprusi e le divisioni. La pace si ha dopo aver praticato a lungo la giustizia verso tutti; la Giustizia si è detto! Non ciò che discende dai verdetti dei giudici. Per avere la Giustizia ben altri giudici sono necessari: servirebbero Uomini, non bellimbusti!
Se l’uomo è intelligente, ad un certo punto capisce che molti problemi non si possono risolvere, a meno che ciascuno non rinunci alla propria volontà e ne accetti una che non umìli, che non escluda e/o che non forzi nessuno.
Questa volontà, per essere buona, non deve essere di parte, perciò deve essere quella di uno che stia sopra le parti.
Questo qualcuno, per chi lo voglia stare a sentire, si chiama Dio e sostiene che sua volontà è che si aiuti chi è nel bisogno e si voglia bene a quelli che vogliono male, cose che i più ritengono essere vaneggiamenti e vengono liquidate con un sorrisetto sarcastico.
Sembrerà strano perché non ci si fa mai caso, ma provate ad abbassare la “voce” del corpo, fatelo tacere: allora sentirete la voce dello spirito e apprezzerete la sua compagnia che è straordinariamente appagante e toglie noia e tristezza più di ogni altra occupazione o divertimento.
Come pensate che una suora di clausura o un monaco tibetano possano resistere da soli, in povertà e lontani dal mondo senza impazzire? È semplice: dialogando con lo spirito, il quale, tra le altre cose, fa conoscere la volontà di Dio.
E tu quante ore del giorno dedichi ad ascoltare e decifrare la volontà del tuo Dio? E quante ore dedichi a costruire ed organizzare il suo regno secondo la sua volontà? O fai sempre e solo la tua, di volontà?
Discorsi da sfigati dirà qualcuno, discorsi da preti; ma quante volte hai dovuto fare retromarcia nelle scelte fatte di testa tua? Quanti insuccessi hai collezionato? Quanto amaro ti è rimasto in bocca? Non senti che ti manca sempre qualcosa per essere pienamente felice?
Quando uno è in viaggio, anche se si diverte e vede cose nuove, ad un certo punto viene assalito dalla nostalgia per la sua terra e per le persone amate e prova un forte desiderio di ritornare e non ha pace finché non le rivede: la nostalgia è quel dolore che si spegne col ritorno. (Comp. del gr. nostos “ritorno” e –algia “dolore”)
Anche l’uomo sente nostalgia per qualcosa di non ben definito, e qualunque distrazione, anche divertente, lo lascia inquieto e inappagato. Questo “qualcosa” che può spegnere la sua sete è Colui che gli ha dato la vita, solo che per ora non lo può incontrare direttamente, deve accontentarsi di qualche messaggio bisbigliato.
Il programma allora risulta chiaro: zittire il corpo per sentire la voce dello spirito; ecco a cosa servono i digiuni, le astinenze, le rinunce, le fatiche, il lavoro, le sofferenze, la povertà e le malattie. “Quando el corpo se frusta, l’anima se giusta”, rimarca un detto popolare.
 Un’anima più si risana più sente la presenza dello spirito e più avverte il desiderio di fare la Sua volontà, cioè costruire il Suo regno qui sulla terra. Allora l’uomo sentirà ridursi quella Nostalgia che tanto opprime e angoscia gli esseri umani.
Quando gli “svegli”, che trovano vantaggioso investire in servizi al proprio Dio, saranno tanti, allora le cose cambieranno, perché, per opera loro, cresceranno le strutture e le organizzazioni sane, e sempre meno persone resteranno disponibili per fare la politica vecchio stampo.
Chi abbia aperto gli occhi dello spirito non deve proibire niente a nessuno, deve solo riconoscere la negatività di molti beni e costumi moderni, deve astenersi dall’usarli e dal praticarli e deve proporre questa sua politica a molti altri.
Il modo migliore per combattere un sistema insano non è quello di andargli contro, ma quello di impoverirlo sottraendogli membri.
Non serve mettersi a capo di movimenti o di partiti, non serve l’opera di un manipolo di volonterosi che trascini la gente, basta allevare uomini “svegli”; sarà poi il popolo, maturo in massa, che saprà creare dal basso le organizzazioni giuste.

Il problema è che molte persone ritengono impossibile compiere ciò che costerebbe qualche sforzo; esse non rinunciano alle modernità per nessun motivo e, piuttosto che lavorare in pura perdita per gli altri o per la società, preferiscono oziare o vagare senza meta come tanti “zombi”. Così però la Nostalgia cresce e con essa la tristezza e la noia.