di Lorenzo Parolin[L8/856]
Dio fa differenze? Sì, ad alcuni egli dà di più e ad altri di meno. È dunque ingiusto? No; a ciascuno dà quanto gli serve per raggiungere lo scopo per cui è stato creato. Chi è quercia lo equipaggia per essere la miglior quercia del bosco, chi è erba lo equipaggia per essere il miglior filo d’erba del prato. Qualunque cosa siamo, lo siamo in maniera eccelsa. La perfezione si raggiunge coltivando, sviluppando e perfezionando le positività di cui la natura ci ha dotati. Se ognuno adegua la volontà sua a quella di Dio ed agisce con carità (amore), sazia la sua volontà: non brama niente di più e si sente pienamente realizzato. Già Dante aveva descritto mirabilmente la carità in (Paradiso 3,70-90)
«Frate, la nostra volontà quieta virtù di carità, che fa volerne sol quel ch’avemo, e d’altro non ci asseta.
«Fratello, la virtù di carità placa la nostra volontà, e ci induce a volere solo ciò che abbiamo e non ci fa desiderare altro.
Se disiassimo esser più superne, foran discordi li nostri disiri dal voler di colui che qui ne cerne;
Se desiderassimo essere più in alto, i nostri desideri sarebbero discordi dalla volontà di Colui (Dio) che ci colloca qui;
che vedrai non capere in questi giri, s’essere in carità è qui necesse, e se la sua natura ben rimiri.
e vedrai che questo non è possibile in questi Cieli, se qui è necessario essere in carità e se osservi bene la natura della carità stessa.
Anzi è formale ad esto beato esse tenersi dentro a la divina voglia, per ch’una fansi nostre voglie stesse
Anzi, alla nostra condizione di beati è essenziale conformarsi alla volontà divina, per cui tutti i nostri desideri diventano uno solo;
sì che, come noi sem di soglia in soglia per questo regno, a tutto il regno piace com’a lo re che ‘n suo voler ne ‘nvoglia.
cosicché a tutto il regno piace il modo in cui siamo disposti di Cielo in Cielo, e piace al re (Dio) che ci invoglia a uniformarci alla sua volontà.
E ‘n la sua volontade è nostra pace: ell’è quel mare al qual tutto si move ciò ch’ella cria o che natura face».
E nella sua volontà è la nostra pace: essa è quel mare verso il quale si muove tutto ciò che essa crea o che la natura produce».
Chiaro mi fu allor come ogne dove in cielo è paradiso, etsi la grazia del sommo ben d’un modo non vi piove.
Allora mi fu chiaro che ogni punto del Cielo è Paradiso, anche se la grazia del sommo bene (divina) non vi viene irraggiata in un solo modo.
Se ognuno sta al suo posto prende forma qualcosa di grandioso a nostra insaputa. La perfezione dipende dallo stare virtuosamente al proprio posto, e la nostra sazietà dipende dall’adeguarci al Piano. I problemi e le insoddisfazioni nascono quando non si accetta di essere le creature che siamo e quando si brama ciò che ci fa male.
[rif. www.lorenzoparolin.it L8/856]