di Lorenzo Parolin[L8/850]
Una grossa vite e una infinità di tralci che si dipartono da essa passando ciascuno attraverso una valvola a saracinesca con la funzione di regolare la quantità di linfa che vi passa. Questa è l’immagine che io mi sono fatto dell’umanità. Quella valvola è gestita dalla libertà personale e il suo azionamento avviene per mezzo della volontà, a sua volta influenzata dalle spinte della carne o dai desideri dello spirito. Alla nascita, quel rubinetto è in buona parte chiuso dalle tare originali e la sua totale chiusura è sponsorizzata dal Maligno. La volontà del Creatore è che la linfa scorra liberamente, che i tralci vegetino rigogliosi e che facciano molta uva. Da parte di Dio, la linfa messa a disposizione è sovrabbondante; chi la accogliesse farebbe la propria fortuna. - Ma io , dice l’orgoglioso, non ho bisogno di nessuno , posso fare da solo, posso utilizzare l’umidità dell’aria, l’acqua della pioggia, e posso anche attaccarmi con i viticci ad altri tralci e succhiare nutrimento. E conclude: “ Quel rubinetto posso chiuderlo ”. Rinuncia così ad una dotazione cospicua per vivere di espedienti. Risultato? Una distesa di tralci mingherlini, di foglie giallastre, di punte secche, di uva avvizzita e di un groviglio di viticci soffocanti. E pensare che ci sarebbe abbondanza per tutti, solo che ci decidessimo umilmente ad aprire quei rubinetti. Invece la linfa in circolazione è pochissima, quella che c’è è di qualità scarsa e ce la contendiamo rubandocela gli uni gli altri. Siamo davvero degli sciocchi, ci condanniamo alla scarsità avendo a disposizione l’abbondanza. E tutto a causa dell’orgoglio e della presunzione di poter fare a meno del Creatore. Deve essere chiaro che lo scopo dell’esistenza è la completa apertura della valvola.
[rif. www.lorenzoparolin.it L8/850]