di Lorenzo Parolin[L8/864]
Umiltà non è lo sminuire le proprie qualità o il mettersi di dietro in attesa che ci chiamino davanti, non è eseguire i lavori umili per far vedere che siamo umili (il Papa che si porta la borsa!); quella è falsa modestia , ed è indice di superbia. Umiltà è essere pienamente consci delle proprie qualità, è riconoscere che si tratta di doni ricevuti senza merito alcuno, è riconoscere che l’autore di quei doni è Dio ed è rendere a lui grazie e magnificare l’opera da lui compiuta in noi. Se così non fosse, il magnificat della Vergine Maria di fronte a sua cugina Elisabetta
L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e santo è il suo nome.
potrebbe sembrare una manifestazione di superbia, invece è l’esplosione di un’anima semplice che si trova ad essere grande senza merito e che rende lode al suo benefattore. La vera umiltà è la piena accettazione in noi della volontà del Creatore, dagli oneri agli onori. E più un’anima rinuncia a sviluppare il suo ego (la sua volontà) e si appiattisce sulla volontà di colui che l’ha fatta, più perfeziona sé stessa, più purifica la sua umanità, più diventa somigliante a Dio e, se ciò fosse possibile in vita, il suo corpo si trasfigurerebbe diventando simile a quello del Risorto. In vita ciò non è possibile, perché siamo imperfetti, ma ciò è stato possibile per Cristo. La sua obbedienza alla volontà di Dio è stata così perfetta e la sua umanità si è elevata così tanto di livello, da raggiungere la perfezione divina e ottenere la glorificazione dal Padre, sia sul monte Tabor che dopo la morte. Anche Maria, la tota pulchra (tutta bella), ha conosciuto la risurrezione alla fine della vita, e il suo corpo è stato assunto in cielo. Molto diverso è il caso degli orgogliosi che di scelta propria, ma anche sotto l’influsso ingannevole di Satana, ritengono che quanto fanno sia frutto della loro intelligenza e delle abilità personali, come se le doti naturali e la capacità di superare le prove dolorose che la vita riserva a tutti, non fossero istante per istante sostenute da una mano che di nascosto regge l’intero universo. Gli uomini tutti, umili o superbi che siano, sono totalmente radicati in Dio e sono da lui tenuti costantemente in vita; ma gli orgogliosi sono stolti, e ritengono di stare in piedi di forza propria, agiscono cioè come se il legame vitale col Creatore non esistesse. Niente di più pernicioso: si auto candidano a non capire la vita e ad andare alla perdizione, perché Dio rivela i segreti dell’esistenza solo ai miti e agli umili di cuore. Il più grande errore che possa fare l’uomo è il non voler credere all’esistenza del Demonio, o credere che la sua potenza sia modesta. Così non si difende adeguatamente e rimane da lui sopraffatto.
Pensa a quanto folli e ingrati siamo! Mentre facciamo i dispetti a Dio, Egli continua imperterrito a tenere in vita noi e anche il Demonio. Ma non per sempre.
[rif. www.lorenzoparolin.it L8/864]